Questo vino nasce da viti allignate dove un tempo si ergeva l’antico brolo della chiesetta di San Michele, avvolte e protette come in un clos.
Si narra che i monaci custodi della pieve di San Michele scelsero proprio questo brolo per coltivare le loro viti e produrre vini preziosi da donare al loro superiore, l’Abate del monastero di San Zeno, ora Basilica patronale della città di Verona. La scelta di questo luogo, non adiacente alla chiesa ma sul versante opposto del colle, testimonia il sapere agronomico dei monaci: il terreno tufaceo e l’esposizione a sud-est consentono infatti una buona maturazione dei frutti che danno vita ad un vino fresco e sapido, con una forte impronta territoriale, oggi come allora.
Custodi di questa storia millenaria, vinifichiamo le nostre uve con una pratica enologica non invasiva come quella del Valpolicella Superiore, per cogliere l’essenza del tufo di colle San Michele.
Sorseggiando un calice del nostro San Michele della Chiesa vi ritroverete come d’incanto tra i filari del vecchio brolo, in un “genius loci” in cui la terra e il sole ne tramandano la storia millenaria e dove gli occhi si ristorano all’incantevole vista della nostra Valle di Fumane.